giovedì 1 gennaio 2009

Grandine

Marzo, e la grandine cade violenta,
e io guardo quei chicchi di ghiaccio
rimbalzare sull’asfalto
dalla grande finestra della tua casa.

Quasi tu non ci fai caso,
seduta sul divano
impegnata a leggere un libro
che ti hanno prestato.
Bevo un sorso d’acqua e poso il bicchiere,
e mi sembra strana la situazione.

I tuoi genitori sono assenti
e mi sembra quasi di vederci
tra qualche anno ancora insieme,
tu ad inseguire i tuoi obbiettivi
ed io a scrivere qualche verso
in una casa nostra.

Mi piace l’idea
e l’acqua che è scesa nella mia gola
diventa più fresca,
ripulita completamente dalle impurità
grazie ad una speranza nata
osservando semplicemente il tuo viso
mentre sei immersa nella lettura.

Il ghiaccio colpisce le persiane avvicinate
e il non esserne colpito mi da una sicurezza:
niente può andare male,
se il cielo non ci divide,
niente potrà mai separarci.

E’ solo un sogno ad occhi aperti,
ma lo vivo con tutti i sensi,
è solo un desiderio,
ma lo vivo con tutto il cuore,
una speranza che vivo con la mia anima.

A lungo cadrà questa grandine
dal grigio cielo formatosi
sopra il tetto di questa casa,
m’impedirà di uscire,
impedirà il separarmi da te.
E mentre fuori qualcuno
urla bestemmie contro il cielo,
io gli rivolgo un profondo grazie.

Il sole mi permetterebbe di andare via
e seppur per breve tempo,
mi provoca dolore il varcare quella soglia.

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